La Penisola di Biòthes


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Non esisterebbe la storia che il romanzo narra senza la sua Cornice: la penisola del Mediterraneo europeo, benedetta dalla natura e agognata dai popoli che la abitano.

 

Naturalmente, si tratta di un luogo immaginario, creato dall'autrice per racchiudere e simboleggiare i tanti - troppi - luoghi del mondo che ancora oggi sono campo di criminali guerre cieche (per citare la frase che catapulta Ìsmandri da Fassìma a Vènia)

 

Il nome Biòthes e il correlato aggettivo biòthida si fanno risalire all'omonima divinità ancestrale mediterranea che, in procinto di morire dopo aver creato la primavera, si distese in riva al mare e divenne Terra fertile.

Ricca di fiumi, vigneti, agrumeti, uliveti, boschi di sandalo e giacimenti di gemme, accoglie sul suo suolo due popoli dall'attitudine diversa: quello Rassuiàno e quello Cordèo*.


I Rassuiàni

Sono i discendenti di un gruppo di giovani ed entusiasti esploratori, partiti dalla piccola isola di Oròsia sulle tracce del leggendario conquistatore Ìsmandri - le cui gesta hanno per per secoli infiammato l'immaginario di tutte le generazioni. Guidati dal loro carismatico capo Rassùi (da cui la denominazione Rassuiàni), giungono sulla Penisola e se ne innamorano, nonostante la trovino devastata da secoli di scriteriato abuso commesso contro la natura dai precedenti abitanti. Con passione e saggezza, guariscono le ferite della terra e la trasformano in una nazione prospera e in armonia con fiumi e boschi. Sono i loro diretti discendenti a fondare - sotto la regina Armèda - il regno di Rassùia, che nel tempo e per suffragio universale diviene la Libera Repubblica di Rassùia.

I Cordèi

I Cordèi sono gli originari abitanti della penisola, popolo dalla storia travagliata ed esule. Fuggiti dalla loro terra a seguito di terrificanti calamità naturali provocate da una saccheggiante gestione delle risorse minerarie e naturali, vi ritornano secoli dopo - decimati dal continuo peregrinare e dagli scontri con altre popolazioni europee. Ridotti a poche centinaia e guidati dal saggio re Dàmhaso, ritrovano la loro antica terra in uno splendore di natura ed arte e in essa hanno rifugio e accoglienza da parte dei Rassuiàni, in quel periodo guidati dal giusto re Fassìma.

La difficile convivenza

Per gli esuli accolti, gli ingegneri rassuiàni progettano ed edificano Legùsica, città sicura e in armonia con la natura. Sul nome della nuova città (a sua volta connesso con quello del fiume sulle cui sponde essa sorge), i Cordèi ricevono presto la denominazione ufficiale di Legusdèi e la regione in cui iniziano ad espandersi riceve il nome di Legusìdia.

Sulla scia del rapido diffondersi e radicarsi dei discendenti degli esuli e della loro ambizione a divenire nazione a parte, la regione legusdèa si autoproclama Regno di Damhàsia e i suoi abitanti assumono il nome di Damasdèi. Nessuna delle due decisioni ottiene, però, l'avallo ufficiale del governo centrale rassuiàno. La diversità nelle attitudini e le difficoltà reciproche di integrazioni emergono gradualmente e sottolineano l'intenzione cordèa di separarsi dallo Stato che tempo prima ha accolto gli esuli. Ed è così che nel 1945*, al culmine di una plurisecolare storia di conflitti locali, il non riconosciuto Regno di Damhàsia dichiara la propria guerra di indipendenza dalla nazione di Rassùia. In risposta, il governo di Fassìma mette in campo la propria potenza militare, cui ben presto si contrappone il terrorismo organizzato delle colonie cordèe. La Val Pòria diviene così tragico teatro di morte.

Le capitali

Capitale della penisola rassuiàna è Fassìma, con i suoi canali sul grande Rio, il Bèhio, che la attraversa, di cascata in cascata, e gli edifici dalle forme armoniose ed eco-sostenibili.

 

Capitale della regione ribelle lagusdèa - nonché dell'autoproclamato nuovo regno di Dhamàsia - è Legùsica, con i suoi palazzi tecnologici e i parchi artificiali.

La Val Pòria (o Grande Valle Pòria)

La Val Pòria è la regione contesa fra i due schieramenti. Deve il nome al fiume Pòria - fra i più grandi della Penisola - lungo il cui snodarsi la Valle si estende. Si trova quasi al centro della Penisola e diviene confine ufficioso della zona rassuiàna da quella legusdèa, nonché teatro della guerra di indipendenza. Fertile di natura e ricca di giacimenti, è contesa fra l'attitudine ecologica rassuiàna e la vena industriale cordèa. In essa si trovano cinque città rassuiàne: Vènia (il capoluogo), Gàja, Lùna, Ràsia e Malèta; e due grandi colonie cordèe: Dèsda e Parsèa. Accoglie anche il prestigioso e suggestivo sito archeologico di Bersìdia, famoso per le rovine di un imponente Palazzo a picco sul mare e per le scritte nella misteriosa lingua zarmìta.

Religione e cultura

A seguito degli eventi che la dividono in nazione rassuiàna da una parte e regione ribelle legusdèa dall'altra, la penisola assume due aspetti diversi: il primo, rassuiàno, fondato su concetti di eco-architettura; il secondo, lagusdèo,  incentrato su un futuristico pragmatismo.

I Rassuiàni praticano una forma energetica di religione, in cui i Potenti sono le divinità superiori. Essi sono la manifestazione universale ed eterna delle anime di energia appartenute, nella vita terrena, alle persone il cui cuore e la cui mente sono stati esemplari di rettitudine, amore per il bello, passione per l'esistenza, rispetto per la natura. Fulcro di questa energia è il fuoco, considerato dai Rassuiàni come protettore alla nascita e in vita, quanto purificatore alla morte. Da sempre dediti all'arte e al culto della bellezza, i Rassuiàni sono un popolo tendente alla gioiosità e al buon vivere, fatto di sensualità e convivialità.

I Legusdèi - o Damasdèi, nella definizione autoreferente della legislazione non riconosciuta di Legùsica - praticano una forma di cristianesimo rigorosamente incentrata sul lavoro come tramite di salvezza e sulla condanna di ogni atto carnale e spirituale deviante - inteso come tentazione demoniaca. Popolo dalla forte indole pratica, non ha creato una forma di cultura artistica, privilegiando le opere industriali e gli ambienti artificialmente ricostruiti.


 * Ehi! Hai già curiosato nella cronologia storica delle vicende dei due popoli?